Sullo specchio
custode segreto
come muro scrostato
annerito e sbeccato
cade la goccia d’un rosso destino
come labbra contratte,
ruvida scia
contorno annebbiato
cela paura
che t'aggrappi alla porta
sospesa senz’ali
come piedi a metà
E separa la goccia
quel bianco e quel nero
riflesso evidente
d'un vuoto riempito
d'un nudo scolpito
ferito e ammutito
precipitato d’argento
risplende di luce
gelatina di sangue
amalgami vita,
arrendi silenzio,
concentri colore.
A volte,
dolore d’istanti
appesi leggeri
sfumosi e sfocati
che son densi gli scatti
brevi e affollati
siamesi e isolati
A volte,
stampe di baci
pellicole di pelle
come dopo doccia d’estate
stese al filo
con un rosso tramonto
a grondare sudore, umore e passione
E così,
di finestra in finestra
fotogrammi di resa
d’un amore finito
d’un pianto sgualcito
d’un sorriso sbiadito
che l’hai scelto d'istinto
l’ultimo volo?
Untitled, New York, 1979